ChatGPT sottoposto al test di Medicina
Passa il test di medicina con un punteggio di 46,3: il dibattito sull’utilizzo dei chatbot in campo medico si fa sempre più acceso
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Cagliari ha sottoposto il celebre chatbot ChatGPT al test di Medicina dell’anno scorso. Il chatbot, basato sull’intelligenza artificiale e sul machine learning, ha totalizzato un punteggio di 46,3 su 90, corrispondente al 62% delle risposte corrette. Un punteggio che avrebbe permesso all’intelligenza artificiale di entrare a La Sapienza di Roma, ma che al tempo stesso ha mostrato le limitazioni dell’IA nel ragionamento logico.
ChatGPT, la “super persona” limitata
Si è guadagnato un ruolo da protagonista nella cronaca, in quanto in grado di capire, comprendere e argomentare, offrendo spunti anche molto articolati che tengono conto del contesto. Tuttavia, l’IA spesso inciampa su banalità che la rendono estremamente limitata.
ChatGPT al test di medicina
Il gruppo di ricerca dell’Università di Cagliari, composto da logici, filosofi e ricercatori di machine learning, ha sottoposto l’intelligenza artificiale al test di Medicina dell’anno scorso, mettendola alla prova su materie e abilità di ragionamento logico e di risoluzione dei problemi, essenziali per i futuri medici. ChatGPT ha risposto correttamente a 37 domande su 60, totalizzando un punteggio di 46,3, sufficiente per superare il test e per accedere alla facoltà di Medicina de La Sapienza di Roma.
Chatbot in campo medico: rischi e potenzialità
ChatGPT rappresenta solo un esempio di chatbot basati sull’intelligenza artificiale e sul machine learning. La diffusione di questi strumenti in campo medico apre un dibattito su rischi e potenzialità, soprattutto riguardo alla capacità di questi strumenti di ragionamento logico. Chatbot come ChatGPT possono essere utilizzati in supporto ai medici, ma la valutazione di dati sensibili, come quelli sanitari, richiede l’attenzione del caso.